Paradossalmente in questo otto marzo le note più scanzonate e leggere arrivano da una casa iraniana. Dal salotto dove la fumettista Marjane Satrapi ha passato ore a bere il tè ascoltando i fili intrecciati delle esistenze della mamma, della nonna - fumatrice di oppio - delle vicine di casa, delle parenti, delle conoscenti. Alle prese con problemi di coppia, avventure sessuali e chirurgia estetica. Dopo sei anni, sull'onda lunga di Persepolis torna infatti in libreria Taglia e cuci, fumetto in bianco e nero, ma in realtà tutto rosa, che ormai era introvabile. Inconfondibile nell'ironia e nel tratto ricamato, l'autrice con questa graphic novel regala ritratti di donne furbe, sagge, svampite o sofferenti. Occupate a sfuggire a un matrimonio combinato, a fingere una verginità già persa, a sopportare rapporti a distanza o tradimenti. Lontano dai luoghi degli uomini, tra battutacce e solidarietà, la Satrapi disegna un inno luminoso all'indipendenza femminile.
Taglia e cuci
di Marjane Satrapi
Rizzoli Lizard, 2009, pagine 140, 13 euro
Oscura è invece la vicenda dell'italianissima Alice. Un nome di fantasia per tutelare una persona in carne ossa, che ha deciso di affidare la sua storia alla penna della giornalista Nicoletta Sipos. Alice è sposata con un noto professionista di una città del nord, che "davanti a testimoni interpreta senza sbavature il suo ruolo di marito ideale", per rivelarsi dominatore violento tra le mura domestiche. Alice prende le botte e tace. Spiega ai medici che la interpellano sui suoi lividi che per colpa della sua goffaggine spesso si fa male da sola. Al massimo dopo i pugni e le sberle va in bagno, per ricomporsi, magari per asciugarsi il sangue, prima di sdraiarsi a fianco del suo aguzzino. E' pur sempre una custode del focolare, l'ombra di un uomo di successo, di cui è, peraltro, innamorata. Convinta nel profondo di dover espiare una qualche colpa o comunque di essere naturalmente portata non a ribellarsi, ma a resistere. Fino a quando una dottoressa capisce che dietro all'apparente sicurezza del marito, ci sono le urla della moglie. E con molto garbo le chiede di scrivere un diario. Il buio oltre la porta del titolo è la condizione che vivono in Italia 7 milioni di fidanzate, mogli, madri. Umiliate quotidianamente. Il 65% di loro ha compagni professionisti e laureati, non per questo meno inclini a menare le mani.
Il buio oltre la porta
di Nicoletta Sipos
Sperling & Kupfer, 2008, pagine 251, 17 euro
E infine le donne fuori di casa, immerse nel lavoro, sotto il soffitto di vetro che impedisce di arrivare ai posti di comando. Anche, ma non solo, perché non sanno come orientarsi. Come Alice nel Paese delle Meraviglie. A fornire le indicazioni ci ha pensato Maria Cristina Bombelli, presidente della società di consulenza Wise Growth e docente all'università di Milano Bicocca che in Alice in business land (Guerini e Associati, 2009, pagine 206, euro 18,50, in libreria dal 5 marzo) spiega alle donne tutte le trappole in cui non cadere, per poter fare legittimamente carriera. E lo fa partendo dalle esperienze delle professioniste che ha incontrato negli anni. Quelle che dicono "mi trovo meglio a lavorare con gli uomini" o "il mio capo mi pensa ancora in maternità, anche se son tornata da sei mesi" o quelle convinte semplicemente che "a me i giochi di potere non sono mai interessati". Donne competenti che per mancanza di autostima, ritrosia, incapacità di capire i codici non scritti delle organizzazioni di cui fanno parte, vivono l'esperienza lavorativa con disagio e si fanno scappare opportunità importanti. La sua, provoca la Bombelli nell'introduzione, vuole essere "un'istigazione a delinquere", perché le lavoratrici di oggi possano cambiare nei fatti i luoghi di lavoro che abitano.
Alice in business land
di Maria Cristina Bombelli
Guerini e Associati, 2009, pagine 206, euro 18,50, in libreria dal 5 marzo
